La luce naturale (del sole, del cielo, della luna) è universale, esiste e si diffonde dall’alto su tutte le cose uniformemente, è passeggera, mutevole, compare e si eclissa ciclicamente; quella artificiale è occasionale, mobile, si accende e si spegne a comando, può abbagliare e può essere tenuta sotto controllo dall’uomo.
Una accurata valutazione della tonalità della luce spinge a un suo utilizzo differenziato: una tonalità calda invita a una percezione domestica dei luoghi e si addice alle stanze adibite all’accoglienza; gli ambienti di passaggio o di semplice collegamento vengono caratterizzati da una progettazione della luce improntata da tonalità calde. Bassi valori della temperatura di colore corrispondono a tonalità calde (Warm). Alti valori della temperatura di colore corrispondono a tonalità fredde (Cold). Ecco perché le potenzialità scenografiche della luce, utilizzate come mezzo espressivo, non dovranno trasformare l’aspetto complessivo dell’ambiente ma semplicemente evidenziarne i valori formali. Il progetto dell’illuminazione non dovrà essere fine a se stesso, ma andrà studiato e sviluppato in accordo con l’ambiente. Particolare attenzione dovrà essere posta alla posizione e al tipo di proiettori, scegliendo una direzionalità obliqua della luce, per evitare l’appiattimento dei volumi e per garantire un effetto di uniformità sulle superfici, evitando fenomeni di abbagliamento nelle direzioni di visuale. Da tutto questo, emerge che progettare la luce nella propria casa è un compito tutt’altro che facile. L’esigenza di illuminazione parte, dunque, da molte necessità quali funzionalità, estetica, espressività e sicurezza.
La definizione e il controllo della luce sono argomenti da affrontare in modo consapevole e accurato; la scienza che se ne occupa, l’illuminotecnica, è in continua evoluzione e studiando le diverse tipologie di emanazioni luminose ci offre una vasta gamma di scelta tra i vari apparecchi illuminanti.